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Come ho Vinto un Concorso Pubblico a 40 Anni: 3 Strategie che nessuno mi aveva Mai Detto

Come ho Vinto un Concorso Pubblico a 40 Anni: 3 Strategie che nessuno mi aveva mai detto

Vincere un concorso pubblico a 40 anni sembra, per molti, un obiettivo impossibile.
C’è chi pensa di essere troppo grande, chi teme di non ricordare più come si studia, chi immagina che “quei posti li prendano solo i ventenni”.

Anch’io la pensavo così.
Fino al giorno in cui il mio nome è comparso in graduatoria, tra gli idonei, e poi tra gli assunti.

In questa testimonianza voglio raccontarti come ho vinto un concorso pubblico a quarant’anni, quali errori ho smesso di fare e soprattutto quali strategie concrete mi hanno permesso di superare candidati più giovani, più liberi e apparentemente più avvantaggiati.

Quello che scoprirai potrebbe sorprenderti, perché il mio risultato non è frutto di fortuna o talento, ma di un approccio diverso da quello della maggior parte dei candidati.



Perché parlare di concorso pubblico a 40 anni?

Negli ultimi anni i concorsi pubblici hanno attirato sempre più persone non più giovanissime: lavoratori stanchi della precarietà, adulti in cerca di stabilità, genitori che vogliono un futuro più sereno.

Eppure, online si trovano quasi sempre testimonianze di ventenni o trentenni.
Quasi nessuno spiega realmente come prepararsi a un concorso dopo i 40 anni, come gestire lo studio con una vita già piena, come trasformare l’esperienza in un vantaggio competitivo.

Per questo la mia storia può essere utile: perché mostra che non solo si può vincere, ma spesso si parte persino avvantaggiati.


1. Ho studiato meno degli altri, ma con un metodo molto più efficace

Questa è la parte più controintuitiva:
chi ha vinto il concorso non è quello che ha studiato di più.
È quello che ha studiato meglio.

A 40 anni non puoi permetterti di passare 6–8 ore sui libri, come magari può fare uno studente.
Io lavoravo, avevo responsabilità familiari, impegni quotidiani.

E proprio questa limitazione si è trasformata nella mia arma.

Ho dovuto per forza studiare in modo mirato, selezionando solo ciò che dava punteggio reale. Questo mi ha permesso di eliminare centinaia di pagine inutili, concentrandomi su ciò che cadeva davvero nelle prove.

Le mie scelte strategiche sono state:

  • focus sui quiz e sulle domande ricorrenti

  • metodo SRS (ripetizione dilazionata) per memorizzare velocemente

  • schemi e sintesi al posto dello studio tradizionale

  • ripasso continuo, perché dopo i 30 anni il ripasso vale più della prima lettura

Questo approccio è stato, senza esagerazioni, ciò che mi ha posizionato davanti alla maggior parte dei candidati.

Per vincere un concorso pubblico a 40 anni serve un metodo, non più tempo.


2. Ho smesso di fare concorsi a caso: la strategia della “scelta unica”

Uno degli errori più comuni tra chi sogna di lavorare nella Pubblica Amministrazione è iscriversi a tutti i concorsi disponibili.
È l’errore che ho commesso anch’io per anni.

Il risultato?
Confusione, stress, studio dispersivo, nessuna reale crescita, tante delusioni.

Il vero salto di qualità l’ho fatto quando ho capito questo:

Per vincere un concorso bisogna scegliere quello giusto, non “tutti”.

A 40 anni non sei più in fase esplorativa.
Sai quale tipo di lavoro è adatto a te.
Sai cosa puoi offrire e cosa ti logorerebbe.
Hai un’esperienza professionale concreta che può diventare un vantaggio competitivo nel punteggio titoli e nel colloquio.

Ho quindi deciso di:

  • puntare su un concorso perfettamente allineato alle mie competenze;

  • valutare con attenzione la percentuale di candidati;

  • prevedere realisticamente il mio posizionamento;

  • dedicare mesi solo a quel bando, senza distrazioni.

Il risultato è semplice: più focus, meno caos.


3. Ho trattato il concorso come un lavoro, non come una speranza

Molti candidati vivono il concorso pubblico come una “lotteria”.
Vanno a tentativi, provano, si iscrivono, partecipano “tanto per vedere com’è”.

Io non potevo permettermi questo approccio.
A 40 anni non giochi più: investi.

Per questo ho trasformato la preparazione in un vero progetto a obiettivi:

  • calendario di studio strutturato, come fosse un secondo lavoro

  • report settimanali su errori, punteggi, tassi di miglioramento

  • simulazioni reali nelle stesse condizioni d’esame

  • gestione dell’ansia, perché a questa età la pressione è diversa

  • analisi dei bandi, punto per punto, come un professionista

Questo ha cambiato completamente il mio modo di affrontare le prove.
Non ero più uno dei tanti candidati speranzosi.
Ero un adulto preparato con metodo, disciplina e obiettivi chiari.

E nei concorsi pubblici questa differenza si vede.
Eccome se si vede.


La risposta inattesa: vincere un concorso a 40 anni è spesso più facile che a 20

Quello che sto per dire sembra paradossale, ma è ciò che ho vissuto sulla mia pelle:

Vincere un concorso pubblico a 40 anni è più semplice che vincerlo a 20.

Non perché il concorso sia più facile, ma perché tu sei diverso:

  • hai più maturità

  • conosci le tue forze e i tuoi limiti

  • sai organizzarti

  • non sprechi tempo

  • gestisci meglio lo stress

  • studi per obiettivi, non per accumulare nozioni

Gli adulti sono più lenti a imparare, ma molto più veloci a capire cosa è importante.
Ed è questo che ti fa vincere.

Se a vent’anni hai la memoria, a quaranta hai la strategia.
E nei concorsi pubblici vince la strategia.

Conclusione: a 40 anni non sei in ritardo. Sei nel momento perfetto, se usi la strategia giusta

Vincere un concorso pubblico a quarant’anni non è un miracolo.
È una conseguenza logica di tre scelte precise:

  1. studiare meno, ma meglio

  2. scegliere un solo concorso, e quello giusto

  3. trattare la preparazione come un lavoro vero

Il resto – fortuna, età, competizione – sono variabili secondarie.

Il vero punto è che il momento migliore per vincere un concorso non è quando sei giovane, ma quando sei pronto.

E a 40 anni, spesso, lo sei molto più di quanto pensi.

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